
Idealmente andrebbe consumato alla temperatura media del corpo umano, ma più spesso viene scaldato a bagnomaria e servito in una piccola graziosa caraffina detta tokkuri, e poi versato in piccole tazzine molto raffinate dette sakazuki o choko.
Può accompagnare tutte le portate del tipico pranzo giapponese, oppure essere gustato come aperitivo o a fine pasto.
Esistono due tipi di sakè:
amakuchi: di sapore più dolce
karakuchi: di gusto più secco
Vi sono inoltre, come per il vino, moltissime qualità e marche di sakè, dal meno caro, usato più spesso per la cucina, a quello raffinatissimo di alta qualità.
Il sakè non si lascia invecchiare e va consumato entro un anno; va conservato in un luogo fresco e buio, ed un bottiglia aperta va consumata entro pochi mesi.
In Giappone lo si può gustare dappertutto, ma esistono anche luoghi specifici per assaggiarne le varietà: nei nomiya (da nomimono = bevanda e ya = negozio, locale) lo si può gustare accompagnato da stuzzichini, seduti in una rilassante atmosfera intima, insieme agli amici; i giapponesi adorano questo tipo di intrattenimento e non è raro vederli la sera, dopo il lavoro uscire da un locale barcollanti e allegri. C'è da dire che, a causa di una carenza di origine genetica, in più del 50% della popolazione nipponica (anche coreana e cinese) manca l'enzima aldeide-deidrogenasi, la cui presenza serve per metabolizzare l'alcool ingerito; per questo motivo che al primo bicchiere di vino o birra i sintomi dell'ubriachezza sono già evidenti. Questo fatto non è del tutto negativo, perchè provoca un basso consumo d'alcool e di conseguenza le malattie al fegato e l'alcolismo sono rarissime in Giappone.
Noi italiani, bevitori resistenti abituati come siamo a pasteggiare con vini robusti e birra, a gustare grappe e liquori, in Giappone, ve lo garantisco per esperienza, non ci ubriacheremo mai...! Quando uscivo a bere con gli amici, a Tokyo, ci ho provato più di una volta a prendermi un ciucca....niente da fare: tutti si ubriacavano subito con due birre (peraltro leggerissime) e io restavo sobria e incredula...*__* La cosa che più mi è mancata dell'Italia, infatti, oltre alla pizza, era proprio un buon bicchiere di vino!!!!
Il sakè si utilizza anche per cucinare, serve per ammorbidire i cibi ed attenuarne l'aroma troppo forte (spesso infatti si usa per marinare pesce o carne).
Per prepararlo nel modo migliore va versato nel tokkuri e scaldato a bagnomaria in una pentola sul fuoco, senza superare i 50°.
L'etichetta esige che , quando si è insieme ad altri, si debba sempre versare il sakè agli altri, ma mai a sé stessi, e gli altri ricambieranno la cortesia.
Ho trovato un bel proverbio sul sakè:
Ippai wa ito sake o nomi, nihai wa sake sake o nomi, sanbai wa sake hito o nomu.
Un bicchiere: l'uomo beve il sakè. Due bicchieri: il sakè beve il sakè. Tre bicchieri: il sakè beve l'uomo.”
Beh, non mi resta che aggiungere...kampai!
Proprio interessante questo articolo :D
RispondiEliminaNon sapevo nulla del sakè :)
Grazie anche per i complimenti che hai lasciato sul mio blog :D
Erika
Di nulla!Hai un blog carinissimo e interessante, mi piace molto seguirlo ^_^
RispondiEliminama quindi se ho una bottiglia di sakè aperta da quasi 10 anni e lo bevo muoio? :D
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